Gole Del Salinello

“Più in là che Abruzzi”, riprendendo l’espressione usata da Calandrino (l’ingenuo protagonista di una novella del Decamerone di Boccaccio) per evocare una lontananza proverbiale , favolosa, mitica. Così L’Abruzzo da sempre si presenta come una regione estremamente interessante e per certi versi ancora incognita nelle sue valenze storiche ed archeologiche, che ne fanno un sorprendente contenitore di dati inediti sulla storia delle popolazioni italiche, che abitavano queste aree prima della conquista romana. Territorio ricco di cittadine ferme nel tempo, che meravigliose vivono tra storia aneddoti ed eremi.

Il suo territorio vede oltremodo la presenza dei parchi Nazionali d’Abruzzo, del Gran Sasso-Monti della Laga, della Miella e del parco regionale delSirente Velino.
Come Boccaccio, anche l’artista olandese  Escher, fu catturato dalle meraviglie abruzzesi e scriveva cosi all’amico Bas Kist:
“Mi addolora molto non poter viaggiare in questa primavera in tua compagnia. Mi sono abituato a fare un viaggio ogni primavera, rinvigorente per il mio corpo e per il mio spirito…… Non conosco piacere più grande, che vagare su colline e attraverso valli, di villaggio in villaggio, sentire gli effetti della natura incontaminata e godersi l’inatteso e inaspettato, in grande contrasto con la vita di casa”.
L’Abruzzo fu fonte di grande ispirazione e scorte di energie… tra la Maiella , Castrovalva e Villalago anche per il suo cammino e percorso artistico.
Dunque resta un viaggio alla scoperta di una terra bellissima. 
Dal libro “I Monti Gemelli, le più belle escursioni” , ho scoperto nei vari viaggi, altre meravigliose dimostrazioni dei grandi misteri e misticità che avvolgono anche questa parte dell’Abruzzo
“Un giorno, dopo aver predicato nel borgo di Macchia, il sant’uomo [San Francesco, n.d.a.] stava tornando alla grotta che aveva scelto come asilo temporaneo. La giornata era molto calda e il frate approfittò dell’ombra di una quercia per riposarsi un po’; prima, però, volle ringraziare il Signore per quella provvidenziale frescura. Mentre era intento alla preghiera il frate fu assalito da una moltitudine di pulci e pidocchi grandi come rospi che, infilatisi sotto il saio, gli mordevano la carne in modo feroce. Il Santo si rese conto dell’anormalità della situazione e si guardo attorno per cercare di capire l’origine di quell’invasione di insetti. Dall’altra parte della stretta valle, alto su un enorme masso della Montagna di Campli, vide il Demonio che sghignazzava, contento di averlo disturbato durante l’orazione. Francesco puntò il suo bastone e, miracolosamente, dalla punta del ramo uscì, con enorme fragore, una folgore che colpì il Diavolo sulla fronte, facendolo precipitare nell’Abisso. La leggenda racconta la prodezza balistica di San Francesco come se fosse stato un colpo di fucile a colpire Satana, nonostante la polvere da sparo non fosse stata ancora inventata. Su una pietra che i locali chiamano “Sasso di San Francesco” rimasero impresse le impronte del ginocchio e della mano di Francesco intento a prendere la mira mentre, sul versante opposto, è ancora visibile il foro attraverso il quale precipitò il Diavolo”.

Altro capolavoro fu la descrizione….del“La Grotta di Sant’Angelo”, lunga 40 m, larga in media 10 m e alta fino a 30 m, è stata scavata probabilmente dalle acque del torrente Salinello con il concorso di quelle di scorrimento provenienti dalle zone sommitali della montagna. La grotta ha restituito, nei vari strati del pavimento, numerosi reperti di varia natura: è risultato che essa è stata frequentata fin dal Paleolitico. Il rinvenimento più spettacolare avvenuto nella Grotta è, però, quello di una sepoltura di epoca medievale di una giovane donna sottoposta a craniotomia. La frequentazione umana è durata migliaia di anni; mai, però, la cavità ha avuto funzioni di abitazione. […] Non ci allontaniamo molto dalla verità definendo la Grotta una specie di santuario, un posto dove omaggiare la divinità, sede di culto e di preghiera per millenni. […] Attualmente sono presenti due altari: uno primitivo in pietra risalente al 1236 dedicato a San Michele Arcangelo e uno più recente in gesso.”

Cosi avvolti nel fascino di queste storie iniziamo il cammino attraverso le Gole del Salinello.

L'Abruzzo, i misteri, la storia avvolto tra meravigliosa flora e fauna

Il nostro percorso alla scoperta dell’Abruzzo incomincia in provincia di Teramo, esattamente  parte da Ripe di Civitella (611 mslm) situato all’ interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove scorre il Salinello, Salinum, il cui nome deriva dalla presenza, in prossimità della foce, di alcune saline. Queste ultime diedero il nome a un Pagus situato nelle immediate vicinanze (Ad Salinas). Con i suoi 45 km, nascendo dal monte Pianaccio, da vita a meravigliosi paesaggi. Con esattezza tra i monti Gemelli, il Foltrone e il Girella, in Abruzzo, ci si trova a passeggiare in un mondo meraviglioso ricco di vegetazione, colori accesi, cavità misteriose e persone che si incrociano sorridenti, spinte dalla stessa voglia di scoprire posti incantevoli e di ossigenarsi.

Le Gole del Salinello sono un’area naturale protetta ( dal 1990 ), a tutela delle profonde gole create dallo scorrere del fiume Salinello, che, nei millenni, ha saputo cesellare panorami di incontaminata bellezza ed  itinerari escursionistici di inenarrabile fascino, caratterizzati da sorgenti, cascate, ruscelli e laghetti. L’enorme canyon è costellato di grotte di origine carsica, alcune abitate sin dal paleolitico superiore, circa 10.000 anni a.C.. Particolarmente bella è la Grotta di sant’Angelo anche detta Eremo o Grotta di San Michele, costruita in una grotta naturale, dove ancora oggi viene celebrata messa il 1° Maggio e il 29 Settembre.

Non resta difficile, addentrandosi nella natura di capire perchè queste gole sono state rifugio di eremiti, che erano alla ricerca del contatto più introspettivo possibile . 

.Nel cuore delle Gole del Salinello, a 680 metri di quota si trova l’Eremo di San Francesco alle Scalelle, famoso per miracoli e aneddoti , il cui toponimo deriva dalla presenza di numerosi gradoni di roccia che dal greto del torrente permettevano agli eremiti di raggiungere la grotta, nascosta dalla vegetazione per buona parte dell’anno.

Il luogo lo si percorre spostando spesso lo sguardo intorno a se stessi e verso l’ alto ,ammirando il quadro impressionista che le fronde degli alberi compongono sul cielo immensamente blu.

Mentre camminiamo si scorge in alto una cavità che si apre alla base di una parete; è l’eremo di S. Maria Scalena. All’ingresso della grotta c’è una cisterna che raccoglie le acque di scolo delle pareti e poco oltre un minuscolo vano interrato ed intonacato all’interno: è una piccolissima cella eremitica ove i monaci trascorrevano dei periodi di rigoroso isolamento e di penitenza.

“Sopra l’altare si apre una grossa cavità, con concrezioni calcaree, perlustrata da speleologi e lunga circa 100 metri. Sul lato opposto della balconata, un lungo budello di circa 20 metri, dalle pareti trasudanti acqua, si inoltra nelle profondità della montagna. Vicino all’apertura, profondi incavi alle pareti; servivano per incastrare i pali di legno che consentivano di “chiudere” gli ambienti con frascame”.

Appena dopo la strettoia si attraversa ancora un paio di volte il torrente (in un punto c’è la deviazione per l’Eremo di San Marco per chi si volesse avventurare) e si risale il sentiero, in parte su di un ampio ghiaione e in parte nel bosco fino alle caratteristiche Torri di San Francesco: dei pinnacoli rocciosi che prendono nome dal vicino eremo. Da questa posizione elevata possiamo vedere anche, in testa alla valle, i ruderi dell’antico fortilizio chiamato Castel Manfrino.

Si, esattamente oltre gli eremi tra le Gole del Salinello e il Fosso Rivolta, che scende dalle Cannavine,  posto a 963 metri di quota, , su una rupe a guardia della vallata,a guardia del valico tra le montagne gemelle (Montagna dei Fiori,  m.1814 e Montagna di Campli, m.1714), si ergono i ruderi di Castel Manfrino o Castello di Macchia (Castrum Maccle). .

.  La riserva si caratterizza anche per la presenza di Tholos, antiche strutture agropastorali.

Nel tratto iniziale delle Gole del Salinello, si dà vita a un percorso immersivo in una flora pazzesca e  particolarmente ricca in varietà e specie. Consigliato quindi visitare le Gole sopratutto durante il periodo primaverile.

Perchè in quel periodo ad accoglierci, Impetuosa e spettacolare al massimo della sua portata, sarà la cascata Lu Cacchema, il cui nome locale significa “il pentolone” (nome dialettale che richiama la forma della conca simile ad una pentola in cui precipita lungo le parenti levigate e dal color arancio al tramonto), che raggiunge la sua massima portata tra maggio e giugno con il suo salto di 35 mt.

Le alte e spettacolari pareti ci introducono nel regno della biodiversità, rare e numerose specie tra fauna e flora spesso endemiche.

Mentre si attraversa il fiume dalle acque cristalline, ci si sente di nuovo come bambini felicissimi di sguazzare coi piedi nell’acqua. Facile anche incontrare molte persone che col caldo si refrigerano presso le mille piscine che il fiume forma lungo il suo percorso.

Ogni volta che si parte alla volta dell’Abruzzo un brivido corre sottopelle, perché si mette sempre in conto di poter fare incontri unici!

L’Abruzzo detiene un record: il 30 per cento del suo territorio è protetto dalle leggi ambientali. Nessun’altra regione in Europa può vantare tanto.

Resta una delle regioni di grande Biodiversità in Europa, questo permette che ad ogni escursione si incamerano milioni di emozioni, che restano a lungo  impresse nella mente e nel cuore. 

Dopo l’Umbria con 24, l’Abruzzo con le sue 23 presenze è seconda nella lista dei Borghi più Belli d’Italia.Eremi, castelli, città-fortezze, qui l’ospitalità è diffusa in tutti i sensi.Ci sono 305 comuni, alcuni dei quali abitati da poche decine di persone. Non a caso L’Abruzzo è stata terra di eremiti come Celestino e di templari.

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Gole del Salinello
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Gole del Salinello
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cascata Lu Cacchema

Acqua che canti di Gabriele D’Annunzio

Acqua che sali e poi scendi

alternamente

acqua di monte

acqua di fonte

acqua piovana

acqua sovrana

acqua che odo

acqua che lodo

acqua che squilli

acqua che brilli

acqua che canti e piangi

acqua che ridi e muggi.

Tu sei la vita e sempre fuggi 

Zygaena filipendulae

Informazioni…

  • Difficoltà: escursione medio/facile – ADATTA A TUTTI – bimbi da 10 anni in su
  • Dislivello: 300 m circa
  • Lunghezza: 7 km circa
  • Durata: 4 ore. Rientro per le 13,30 /14,00 L’orario di rientro è indicativo e dipende molto dal gruppo
  • Dove: Ripe di Civitella del Tronto (TE) – Abruzzo

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